Rigassificatore Piombino, scontro totale. Il sindaco: «Giani si dimetta». E lui: «Populista» - CorriereFiorentino.it

2022-08-07 09:13:46 By : Mr. Sam Yi

Più lo scontro si fa aspro, più i leader tacciono. Il muro contro muro sul rigassificatore da realizzare a Piombino ha conosciuto ieri il culmine, con la richiesta di dimissioni arrivata dal sindaco Francesco Ferrari (FdI) al commissario straordinario Eugenio Giani (Pd) . Quest’ultimo era stato nominato dal governo che ora è dimissionario. E proprio su questo fa perno la richiesta di Ferrari, che ha cercato senza trovarlo anche il sostegno del Pd all’opposizione del suo Consiglio comunale, pure contrario all’opera. «Alla luce della caduta del governo e la conseguente instabilità politica — spiega il sindaco — chiedo a Giani di fare un passo indietro». I toni si erano già accesi giovedì, quando Ferrari aveva accusato il presidente della Toscana di «prendere in giro la città» riguardo alle opere compensative (il riferimento era alla strada 398). Abbastanza per suscitare l’ira del commissario, che nel suo stile ha replicato citando Dante: «Non ti curar di loro, ma guarda e passa», dice spazientito. E spiega: «Il sindaco di Piombino per come l’ho conosciuto in questi anni, sa solo dire “no”. Non gli ho mai sentito illustrare un obiettivo che poi si è realizzato. Quindi continui per la sua strada, quella della polemica e del creare intorno a sé il consenso populista. Io, invece, mi preoccupo di fare per Piombino».

Proprio nella lettera che Ferrari ha inviato sta il punto della questione: le imminenti elezioni: «Ritengo giusto che la decisione sul futuro di questo progetto così dannoso per la città — si legge nella lettera del sindaco — sia rimesso nelle mani della futura guida politica del Paese, nella sua piena capacità: le dimissioni del commissario sono indubbiamente un valido strumento per interrompere il procedimento amministrativo fino alla formazione del nuovo esecutivo». Ferrari auspica dunque che il nuovo governo riveda l’iter, magari in conseguenza del fatto che a guidarlo sia il centrodestra, a cui appartiene. Però stranamente sia Giorgia Meloni sia Matteo Salvini, nelle loro prime apparizioni toscane per la gara elettorale, non hanno detto parole chiare sull’opera . La leader di FdI mercoledì al suo prima appuntamento in Toscana, alla Versiliana, si è guardata bene dal commentare il caso rigassificatore a Piombino nonostante la presenza del sindaco Ferrari in platea. Gli entourage regionali del partito e quello del sindaco di Piombino riferiscono che Meloni avrebbe dato loro «rassicurazioni circa la contrarietà», di cui pubblicamente però non c’è traccia.

Stesso copione dalle parti della Lega, dove il Consigliere regionale Marco Landi da tempo manifesta forti perplessità sull’opera. L’ultimo atto è di ieri, quando Landi ha pubblicato 10 domande al presidente della Regione e al ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani alla luce di un articolo di stampa che portava alla luce l’esistenza di un vecchio progetto di impianto di rigassificazione alternativo e meno impattante. «Il progetto c’era, ma non era affatto meno impattante», tagliano corto dall’amministrazione di Piombino. E tuttavia il vero punto rimane l’ambiguità di Salvini, che sabato scorso a Firenze ha detto «ni»: «Sì ai rigassificatori, ma sospendo il giudizio sul dove realizzarli perché non sono competente», aveva detto precisamente. Alcuni nella Lega sono convinti sia per questo favorevole, altri — la maggioranza — che sia chiaramente contrario all’ipotesi Piombino . Nessuno, nella destra toscana, riesce a dirlo a voce alta. Tanta è la paura di un autogol in vista delle elezioni.

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